«Fare teologia non è un mestiere o un semplice servizio reso agli altri, ma è un modo concreto di vivere la fede ecclesiale, è uno stile di vita, e per me, oggi, è componente di identità personale, ragione di tutta la mia storia». Don Carlo Molari (25 luglio 1928 – 19 febbraio 2022) iniziava così la sua testimonianza sul senso del suo lavoro, per il libro collettaneo
Essere teologi oggi (Marietti).
Qualche anno prima, nel ’72, nella prefazione a
La fede e il suo linguaggio (uscito per Cittadella) scriveva che la sincerità è la condizione di verità della teologia: «per questo ogni libro di teologia è una specie di confessione».
La figura di don Carlo Molari, nato a Cesena il 25 luglio 1928 e morto sabato 19 febbraio 2022, sempre nella città romagnola, ha rappresentato un
unicum nell’orizzonte della teologia italiana, quella di
uno studioso tanto solido quanto dotato di grande umanità, e in grado di dialogare ad alto livello non solo con la teologia contemporanea internazionale, ma con il pensiero scientifico e le scienze umane. Conservando costantemente i suoi
tratti caratteriali della prima giovinezza, la mitezza, l’umiltà, la disponibilità all’ascolto e a mettersi in gioco.
Laureato in Teologia dogmatica e Diritto alla Lateranense, Molari è stato negli anni docente nella stessa università, all’Urbaniana e alla Gregoriana, segretario dell’Associazione Teologica Italiana (ATI) e membro del Comitato di consultazione della rivista
Concilium. Credenziali di tutto rilievo che si sono accompagnate a un’attività di relatore e conferenziere particolarmente apprezzata in molti contesti diversi.
Don Carlo parlava volentieri delle varie
famiglie che l’hanno accompagnato nel tempo della sua lunga esistenza, attiva fino agli ultimi anni: la famiglia del sangue che l’ha segnato persino nella parlata (rimasta sempre fedele all’accento romagnolo, nonostante gli spostamenti ancor giovane su Roma), la famiglia del San Leone nella capitale, dove ha svolto attività pastorale all’Istituto dei Fratelli maristi dal 1967 al 2011, la famiglia degli appartenenti alla FUCI, frequentata dal 1955 in avanti, e poi quella del Gruppo teologico che si riuniva a Camaldoli, legato all’ATI, e quelle allargate del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), di Ore Undici, della Cittadella di Assisi, e così via.
(estratto da Settimananews.it, di Brunetto Salvarani)
Le esequie di don Carlo vengono celebrate martedì 22 febbraio alle ore 15 nel duomo di Cesena. Sono trasmesse in diretta sul canale
youtube del Corriere Cesenate.
Nella foto: don Carlo Molari al centro, tra fratel Arturo e mons. Luigi Bettazzi.